Il CLD (Cross-Link-Dipole) e le
sorgenti ausiliarie
di Mario Bon
4 novembre
2010
rivisto il
24 settembre 2012
ripreso il
29 dicembre 2012
corretto
il 17 febbraio 2013
Paragrafi di questo capitolo:
Premessa
Acustica delle sale, dei teatri e dei piccoli ambienti
Suono diretto e suono riflesso
La
realizzazione pratica del Cross-Link-Dipole
La Tripletta
Il CLD (Cross-Link-Dipole) e le sorgenti ausiliarie
Premessa
Questa è una specie di monografia
dedicata alle sorgenti ausiliarie e al CLD ed alla tripletta.
Le
sorgenti ausiliarie, se non interferiscono con il suono diretto, migliorano
la Brillanza del suono riprodotto migliorando nel contempo anche Chiarezza e
Spazialità. |
Il Cross-Link-Dipole, pensato e sviluppato in Italia, è stato applicato per la prima volta nel modello Opera Tebaldi (2005-2006) e successivamente nei modelli Caruso e Malibran. La versione con tre tweeter (denominata tripletta) e stata implementata nei modelli Callas e Grand Callas. Il Cross-Link-Dipole è, nella sostanza, uno sviluppo dei sistemi introdotti in passato da Bose e Allison grazie alle conoscenza maturate nel campo dell’ acustica architettonica, della pscicoacustica e della musica elettronica degli ultimi decenni.
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Esempio di Diffusore con sorgente ausiliaria posteriore. Vedere anche Revel Ultima Studio, Mirage, The Sonus Faber, e altri. Vedere anche Bose 901. |
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Tweeter Ambientale: prodotto dalla VPMS. Si pone sopra o dietro al diffusore
acustico. Cross-over a 5000 Hz. Diva, Divina e SuperPavarotti sono
equipaggiate con un tweeter posteriore tagliato a 4000 Hz. |
Tweeter Ambientale: diffusore Cervin Vega degli anni 1970 con tromba
posteriore |
La
realizzazione pratica del Cross-Link-Dipole
Ora supponiamo
di avere un diffusore acustico che produce un buon suono diretto: una risposta
in frequenza estesa e regolare, buona risposta impulsiva, bassa distorsione, ecc. . E se vogliamo
migliorare ulteriormente la riproduzione conservando le qualità del suono
diretto? Dobbiamo intervenire sul campo riflesso prodotto dal diffusore. Ci
sono due modi: modificare la dispersione orizzontale e verticale o aggiungere
una sorgente ausiliaria (che poi in pratica è la stessa cosa).
Fino a 200
Hz, il 99% dei diffusori acustici in commercio è omnidirezionale e c’è quindi
poco da fare se non posizionare diversamente i diffusori rispetto alle pareti
vicine. Lavorando sulla dispersione in gamma media e medio-alta, o
semplicemente spostando e orientando diversamente i diffusori, si può
intervenire sulla Spazialità.
E se
vogliamo aumentare "la percezione limpida dei suoni acuti e delle
armoniche alte delle note"?
Istintivamente cercheremmo di aumentare l’emissione del tweeter …non è
immediato collegare la “brillantezza” al campo riflesso. La Brillantezza non va
confusa con la Chiarezza (o dettaglio).
E se
vogliamo aumentare il dettaglio per un ascolto “non intenzionale”? Dobbiamo
aumentare il numero di informazioni che giungono all’orecchio il che non significa
necessariamente aumentare il livello di una certa banda di frequenze infatti si
è detto aumentare il numero di informazioni non l’intensità del campo diretto.
Una serie
di test eseguiti da chi scrive (in ambienti piuttosto grandi e con più coppie
di diffusori) ha confermato che aumentando l’energia nel campo riflesso a
partire da circa 2Khz si induce nell'ascoltatore una sensazione di maggiore
Brillanza nella riproduzione. Allo stesso tempo migliora il senso di spazialità e la sensazione di profondità della scena
acustica e la riproduzione sembra più dettagliata.
In realtà
l’aumento della Spazialità è dovuto all’aumento della Chiarezza e l’incremento
di chiarezza è dovuto al maggior numero di informazioni che arrivano alle
orecchie.
Verificato
il principio lo si deve applicare adattandolo alla struttura del diffusore
acustico HiFi. Ciò si può fare aggiungendo un sistema di radiazione ausiliario
che alimenta il campo riflesso in modo autonomo. Automaticamente sorge il
problema dell'interferenza tra gli altoparlanti “principali” ed ausiliari che,
se avviene lungo l’asse di ascolto, inevitabilmente degrada la risposta
impulsiva (e tutte le caratteristiche primarie del suono).
La
sorgente ausiliaria viene posizionata sul lato posteriore del diffusore per due
motivi pratici: c’è il posto necessario ed è il punto del cabinet più lontano
dagli altoparlanti principali.
Una
soluzione consiste nel far funzionare un tweeter posteriore nella gamma più
alta dello spettro audio dove, sia il tweeter anteriore che quello posteriore,
irradiano su un angolo solido minore di 180 gradi. Ciò richiede che la banda
passante del tweeter posteriore sia limitata inferiormente a circa 4000 Hz. Ma
per aumentare la “Brilliance" il tweeter posteriore deve irradiare almeno
una ottava più in basso e una parte consistente della radiazione posteriore
raggiunge l'asse di ascolto producendo l'effetto di un filtro a pettine con
tutti gli effetti negativi che ne conseguono.
Il suono
diretto determina le caratteristiche primarie del suono e la risposta ai
transitori ne è un aspetto molto importante quindi la radiazione posteriore non
deve interferire con il suono diretto. Il sistema posteriore può irradiare
ovunque ma non sull’asse principale di ascolto. Serve allora una sorgente “anisotropa”.
Il dipolo acustico è la sorgente anisotropa più semplice: lungo l’asse del
dipolo la radiazione è nulla ma rimane nulla su un angolo verticale piuttosto
stretto. Per aumentare tale angolo la sorgente posteriore è realizzata con una
coppia di dipoli disposti perpendicolarmente all'asse principale di
ascolto.Come si vede nelle figure la radiazione del "doppio dipolo" è
nulla sull'asse di ascolto e massima verso l'alto e verso il basso. La
radiazione degli altoparlanti posteriori giunge all'ascoltatore solo dopo
essere stata riflessa dalle pareti una o più volte (vds figure) ma la
radiazione verso le pareti laterali è praticamente nulla perché sul piano
orizzontale, che contiene l’asse del dipolo, la radiazione è nulla. Considerate
la distanza tra i 4 tweeter e il fatto che l’asse di radiazione nulla del
doppio dipolo deve corrispondere all’asse di radiazione del tweeter anteriore,
si vede come questo sistema possa trovare posto solo su diffusori acustici
convenientemente sviluppati in altezza. Questa limitazione è stata superata
dalla tripletta adottata per modello Callas e Grand Callas.
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Figura 1
e 2: a sinistra:Schema di un dipolo realizzato con due tweeter a cupola. Un
dipolo acustico è costituito, per definizione, da una coppia di sorgenti
uguali, ma con fase opposta, separate da una distanza fissa. A destra: Dispersione verticale di
un dipolo a tre frequenze diverse: rosso = 1000 Hz, nero = 1500 Hz e viola =
1871 Hz. Lungo l’asse perpendicolare al dipolo l’emissione è nulla ma
l’angolo è troppo stretto. |
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Figura 3:Dispersione verticale del
doppio dipolo montato sulla Tebaldi: la zona a radiazione nulla si estende su
un angolo maggiore. |
Una volta
realizzato il diffusore definitivo ed eseguiti i test di ascolto, il contributo della sorgente posteriore,
chiaramente udibile, è risultato conforme a quanto prevedibile teoricamente sia
per quanto riguarda la Brillanza, l’aumento di Spazialità e anche in termini di
allargamento della zona isotipica (vedi oltre). L'effetto della sorgente
posteriore appare tanto più evidente quanto più il programma sonoro da
riprodurre è complicato (grande orchestra) mentre, come previsto, può non
essere gradito con le registrazioni monofoniche (ormai molto rare).
Il sistema
interviene sul rapporto tra suono diretto e suono riflesso e funziona in una
ampia gamma di situazioni. L’effetto è attenuato solo se le superfici
fonoassorbenti sono concentrate alle spalle dei diffusori mentre la distanza
dalle pareti vicine non appare critica e può essere ridotta anche una ventina
di centimetri.
La
sorgente a doppio dipolo è stata chiamata Crossed-Linked-Dipole (Dipolo
Incrociato) per distinguerlo da altri sistemi che utilizzano dipoli (i pannelli
elettrostatici, diffusori a riflessione,
ecc.).
Alla fine
questa soluzione appare ottimale da tutti i punti di vista:
-
il contributo alle riflessioni laterali nullo (non allarga
la sorgente)
-
il contributo sull’asse di ascolto nullo (preserva la
qualità del suono diretto)
-
il contributo alla localizzazione nullo (il suono giunge
dopo le prime riflessioni)
-
riduce la distanza critica alle frequenze medio alte
-
ristabilisce la risposta in potenza (dove il tweeter diventa
direttivo)
-
aumenta il livello e la persistenza del campo riverberato
tra 2 e 4 kHz (aumenta la Brillanza)
-
aumenta le riflessioni ritardate che giungono all’orecchio
(aumenta l’energia nella zona di fusione aumentando l’intelligibilità del
messaggio)
-
aumenta il senso di profondità
-
la fase della radiazione posteriore (la fase del CLD) è
ininfluente
La
Tripletta
Come detto
il CLD è piuttosto ingombrante e non può essere utilizzato su diffusori
“piccoli” quali un sistema a due vie. A
tale scopo + stata realizzata la tripletta.
Come si
può vedere nella figura che segue la tripletta è formata da tre tweeter
allineati verticalmente: due sono connesse in parallelo mentre la terza è
collegata in serie ed in opposizione di fase. La sovrapposizione delle tre sorgenti
sull’asse si simmetria produce (1/2 -1
+ 1/2) = 0. La tripletta viene posta sul lato posteriore del diffusore acustico
allineata con gli altoparlanti che irradiano frontalmente.
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La figura
mostra anche le cadute di tensione ai capi degli altoparlanti e l’SPL
relativo prodotto (1/2 -1 1/2) |
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due
differenti versioni della tripletta. La seconda presenta impedenza di
ingresso più bassa. |
Il tweeter
scelto per realizzare la tripletta misura 53 millimetri di diametro e, complessivamente, la tripletta occupa circa 16 cm (contro i 40
del CLD). La figura che segue mostra la dispersione verticale della Tripletta.
L’area di radiazione nulla si estende su un angolo di 30 gradi e non si vedono
minimi secondari alle frequenze di interesse. Le caratteristiche della
tripletta sono del tutto simili a quelle del CLD con il vantaggio che la
tripletta può essere applicata anche su diffusori acustici di dimensioni ridotte
(il modello Callas è un diffusore da stand).
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Tripletta:
risposta in frequenza e dispersione verticale Rosso
15° - Verde 30° - Blu 45° - Giallo 60° |
Si noti che,
a causa delle condizioni geometriche, il suono irradiato dalla tripletta (o dal
CLD) raggiunge l’ascoltatore dopo almeno un paio di riflessioni sul pavimento,
soffitto o sulla parete di fondo e che il
contributo alle prime riflessioni laterali è nullo. Questo significa che
la tripletta non ha un effetto sulla dimensione orizzontale dello stage sonoro.
Al massimo si ottiene la sensazione di un allargamento della scena “dietro” ai
diffusori.
La
Tripletta, come il CLD, funziona correttamente in una grande varietà di
situazioni. Per un ottimo impiego è richiesto che la parete di fondo sia
riflettente mentre la parte predominante dell’assorbimento sonoro dovrebbe
avvenire alle spalle dell’ascoltatore. La condizione peggiore per la tripletta
(come per il CLD) si ha quando l’assorbimento sonoro è concentrato attorno ai
diffusori.
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Distorsione
prodotta dal tweeter utilizzato nella tripletta in funzione della frequenza
per 96 dB SPL in asse. Minore di 0.5% tra 2 e 9 kHz |
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Tebaldi (2005) |
il doppio dipolo realizzato con 4 tweeter Scanspeak 9700
montato sul pannello posteriore della Tebaldi. |
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Modello Caruso con CLD (2006) |
Modello Malibran
con CLD (2009). Sullo sfondo una Grand Callas con Tripletta. |