Allineamento delle
base frequenze:
Passaggio da
spazio intero a mezzo spazio
di Mario Bon
I modelli noti per ottenere la risposta in frequenza di un
altoparlante si riferiscono ad alcunimodelli ideali:
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pistone su schermo infinito
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pistone alla fine di un lungo tubo
-
pistone montato su una sfera
-
calott sferica vibrante su sfera
il pistone posto alla fine di un lungo tubo non differisce
troppo dal pistone montato su una sfera (la potenza acustica erogata è la
stessa). Per questi due modelli sono disponibili i circuiti equivalenti (a 5
parametri). Il loro uso è comunque limitato dalla profondità del cono (il
modello prevede un pistone piatto)
Le espressioni matematiche complete sono scomode da trattare
e danno comunque risultati approssimati rispetto al carico reale. Conviene
allora utilizzare una soluzione approssimata più pratica che si riduce ad un
polo e uno zero.
Per un diffusore a colonna con h/w =5 d=1.7w e f0= 20/w dove w è la larghezza del
pannello.
e’ del tutto evidente che l’approssimazione vale per uno
schermo circolare, quadrato e rettangolare con approssimazione crescente.
Questa correzione dipende sostanzialmente dalla diversa
impedenza di radiazione fornita dai diversi tipi di carico (le dimensioni del
pannello dove è montato il woofer). Il carico più alto è quello del pistone su
parete infinita. Il carico più basso è il pistone posto alla fine di un lungo
tubo. La potenza acustica emessa è la stessa ma viene distribuita su un volume
doppio, la differenza in termini di SPL in asse è di 6 dB, il fattore di
direttività varia da 1 (schermo infinito) a 2 (lungo tubo).
Il grafico che segue mostra tre situazioni (quella
corrispondente a oltre 500 litri non è di interesse pratico). L’approsimazione
è più aderente per i box di piccole dimensioni. Ricordiamo che il fattore di
direttività è inversamente proporzionale alla parte reale della impedenza di
radiazione quindi modificare l’impedenza di radiazione significa modificare il
fattore di direttività.
Quando un woofer è molto vicino al pavimento la correzione
non dovrebbe essere necessaria (se la distanza da pavimento è d, il woofer
appare appoggiato fino a frequenze nell’ordine di lamda=0.25 d. Per esempio 30
centimetri -> 290 Hz circa). Qui si capisce come abbia ragionato Allison che
poneva il woofer il più possibile vicino al pavimento (ma poi era costretto a
porre la frequenza di taglio tra woofer e medio a 500 Hz perché usava un medio a cupola). L’idea di
Allison era molto buona ma doveva essere accompagnata dall’uso di un medio che
potesse essere tagliato a 200 Hz..
Alcuni compensano la variazione di SPL dovuta alla
transizione da Q=1 a Q=2 con la equalizzazione polo/zero vista prima. Questo
deve essere sicuramente fatto quando gli altoparlanti sono utilizzati
all’aperto. Non va fatto o non va fatto completamente quando gli altoparlanti
sono utilizzati al chiuso. C’è anche chi afferma che montare un altoparlante su
un pannello stretto riduca l’efficienza: questa è follia pura. Basta fare i
conti per trovare differenze che sono inferiori all’errore di misura.
il 10F/84w4G00 è un altoparlante larga banda da 3”
(nominali) che, in camera anecoica e su schermo infinito, presenta una risposta
in frequenza piatta da 200 a 1000 Hz. Una volta montato su schermo limitato la
risposta apparirà in salita con i 200 Hz almeno 3 dB sotto i 1000.
Data la forma non sferica del cabinet la transizione
presenterà delle variazioni brusche dovute alla diffrazione ai bordi del
pannello.
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Risposta in frequenza del larga banda da 3” misurata su
schermo infinito. Da 1000 Hz la risposta diventa crescente a causa -
delle rotture del cono (diminuzione della massa
efficace) -
effetti tromba del diaframma (aumento del fattore di
direttività) questo aumento di SPL in asse è compensato dall’aumento
della induttanza della bobina mobile. Tuttavia negli altoparlanti migliori
l’induttanza viene tenuta bassa quindi l’SPL in asse sale più decisamente. |
Questo altoparlante presenta la tipica risposta in frequenza
adatta per l’impiego di due unità in quasi-parallelo. Questo consente di rendere
la risposta piatta conservando la dispersione polare prossima a quella del
singolo altoparlante.
La figura che segue mostra il beamwidth ovvero la”larghezza
del fascio”. In particolare indica in corrispondenza a quale angolo la risposta
in frequenza caladi 6 dB rispetto alla misurain asse in funzione della
dimensione dello schermo e del diametro dell’altoparlante.
Si tratta di un grafico molo utile che in passato era
riportato in molti testi anglosassoni.
Evidentemente la beamwidth correlata sia al fattore di
direttività che alla risposta in potenza (attraverso il diametro
dell’altoparlante). Il grafico conferma quello che ci aspetta dal punto di
vista teorico.
Quando la beamwidrh è minore di 90° è possibile controllare
la quantità di riflessioni laterali regolando l’orientamento (toe in) del
diffusore.
di Mario Bon
11 luglio 2015, 31 dicembre 2018
Nella progettazione di un diffusore una delle cose più
importanti è l’allineamento delle basse frequenze. Sappiamo che la vicinanza delle
pareti provoca un incremento della SPL alle bassa frequenze (della SPL non del
rendimento!). La vicinanza di una parete concentra la potenza acustica in mezzo
spazio quindi, nello spazio limitato la potenza raddoppia rispetto allo spazio
libero (+ 3 dB).
La domada è: come e quanto si deve tenere conto di questo
incremento? E’ più giusto puntare ad una risposta al rumore rosa piatta in
ambiente o piatta in camera anecoica?
Prendiamo un contrabbasso che emette una certa potenza
acustica: in teatro la potenza acustica si distribuisce in un grande spazio
dove l’effetto dei modi normali dell’ambiente è piccolo. Se portiamo lo stesso
strumento nel soggiorno di casa la potenza emessa è distribuita in un volume
molto minore e lo strumento suonerà molto più forte con delle risonanze e delle
code causate dall’ambiente.
La domanda fatta prima può essere riproposta in questo modo:
Se il contrabbasso è stato registrato in teatro, nella riproduzione domestica
deve suonare come suonave a teatro o come suonerebbe se fosse nel soggiorno?
Affinché suoni come se fosse nel soggiorno si deve
riprodurre la potenza acustica ed il pattern di radiazione del contrabbasso
reale (che dovrebbe essere registrato in camera anecoica), se deve riprodurre
il suono che aveva in teatro si deve riprodurre il bilanciamento tonale e la
spazialità del teatro ma in scala ridotta (perché il soggiorno è più piccolo
del teatro). Si tratta di due punti di vista completamenti diversi. Prima si
decide cosa si vuole riprodurre e poi si potrà valutare la fedeltà. Va notato
che, se una orchestra deve essere riprodotta “in scala” lo sarà anche la
potenza acustica emessa.
La risposta in frequenza dell’apparato uditivo cambia con il
livello SPL.
Risposta piatta in ambiente |
il diffusore suonerà meglio a volume alto e va avvicinato
alle pareti. Relativamente più facile da posizionare |
Risposta piatta in camera anecoica |
il diffusore suona meglio a volumi relativamente bassi
(effetto loudness) e lontano dalle pareti . Più difficile da posizionare. Meglio tenerlo lontano dagli
angoli. |
Va da sé che allineando la risposta “piatta in ambiente” si
ottiene un diffusore più sensibile, mentre allineando le basse frequenze per la
camera anecoica si devono attenuare le frequenze medie e alte e si ottiene un
diffusore meno sensibile.
Dato che il diffusore va utilizzato in ambiente domestico si
deve tenere conto della presenza delle pareti. Poi ciascuno deciderà sulla
opportunità di allineare le basse in un modo o nell’altro. Comunque, per dare
un giudizio completo su un diffusore acustico, bisogna ascoltarlo sia ad “alto”
che a “basso” volume dove “alto” e “basso” sono i livelli SPL che pensiamo di
utilizzare nel nostro ambiente domestico.
Un sistema capace di produrre 140 dB a 5 metri in un
ambiente da 250 metri cubi è esageratamente sovradimensionato per sonorizzare
un soggiorno domestico (magari in un condominio). È meglio ricercare la
“qualità” piuttosto che la “quantità”.La pressione di picco consigliata nel
punto di ascolto con due diffusori in funzione è di 113 dB (ing. R. Giussani).
Ne segue che, a seconda di come vengono allineate le basse
frequenze, cambia il livello (o il “volume”) più adatto per la riproduzione. Ne
segue ancora che ci sono diffusori più adatti alla riproduzione di livelli SPL
contenuti ed altri più adatti per la riproduzione di livelli SPL elevati.
Dato che la risposta dell’apparato uditivo non è
standardizzata ma varia da individuo a individuo, a prescindere dalla posizione
del diffusore in ambiente, ci sarà chi sente più bassi e chi meno.
Alcuni amplificatori dispongono del controllo di loudness
che modifica la risposta in frequenza per “adattarla” alle condizione di
ascolto a basso SPL.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di allineamento
delle basse frequenze.
Nel leggere i grafici che seguono si deve tenere conto che
alcune misure sono state ottenute misurando le frequenza basse in campo vicino
(il che ne eleva il livello a seconda delle dimensioni del pannello frontale).
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Un esempio di misura effettuata in camera anecoica
a un metro di distanza e nel campo vicino di un woofer. Si notino due cose: la differenza di livello (tra le due misure) che va
a diminuire verso le frequenze più alte e la presenza (nella misura a
distanza maggiore) dell’effetto delle onde stazionarie presenti nella camera. Se in camera anecoica (a un metro di distanza) si
vede l’effetto delle onde stazionarie figuriamoci cosa succede in un ambiente
domestico. |
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Confronto
di risposta alle basse frequenze rilevata in condizioni diverse. La
risposta in campo vicino è la stessa in camera anecoica ed in laboratorio. |
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Alta Fedeltà - Maggio 1983 – camera
anecoica |
Audiovisione, campo vicino fino
a 250 Hz (?) |
Suono n.98 novembre 1980 – campo
vicino fino a 200 Hz |
Risposte in frequenza del
diffusore Epicure 2.0 in diverse condizioni. Notare la risposta a bassa
frequenza |
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I grafici qui a fianco mostrano come si modifica la
risposta in frequenza di un diffusore acustico in funzione della posizione
rispetto alle tre pareti vicine (pavimento, laterale, di fondo). |
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Risposte “ideali” proposte da diversi
autori: una vale l’altra. Attualmente le riviste anglosassoni ricercano una
risposta “piatta” in ambiente da 200-300 a 4-5000 Hz e una attenuazione
regolare sulle ottave superiori. Tutte queste risposte “ideali”
presuppongono un determinato modello di radiazione del diffusore. In sostanza
queste curve si applicano a diffusori a radiazione diretta di scuola inglese.
Diffusori dipolari, omnidirazionali, a tromba, ecc.. non devono avere
necessariamente questi tipi di andamento. |
Dal momento che il coefficiente dicono assorbimento degli
ambienti domestici aumenta con la frequenza (oltre i 4000 Hz) più ci si
allontana dalla sorgente più la risposta si avvicina a una di quelle indicate
qui sopra.
Se invece si misura in campo vicino la risposta potrà
risultare anche leggermente crescente verso le alte. Si veda a tale proposito
il rapporto ra impedenza di radiazione e fattore di direttività
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Allineamento della Opera Quinta progettata da GPM – probabilmente
il miglior allineamento con la gamma bassa 3 dB sotto alle medio alte – Si
noti l’allineamento con doppia pendenza che decresce a partire da 100 Hz. |
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Allineamento del modello Opera Tebaldi (2006) – anche
questo non è male. – Molto buono
anche a basso volume. |
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Una equalizzazione che “suona” in modo molto gratificante: la
depressione tra 3 e 4 kHz riduce la dimensione apparente della sorgente che appare
più “piccola” e più al centro. L’esaltazione delle basse frequenze serve per
favorire l’ascolto a livelli SPL non troppo elevati. La gamma media, in
leggera evidenza, dà una impressione di presenza. Contemporaneamente il range
attorno i 200 Hz è leggermente depresso e questo migliora la sensazione di
articolazione e riduce la dimensione della sorgente virtuale. Può piacere o
non piacere. Si noti comunque che tra 100Hz e 20kHz la variazione rimane confinata antro 3-4 dB. Sotto i 100 Hz
l’orecchio è poco sensibile e poco selettivo quindi i margini di
equalizzazione soggettiva sono ampi. Questa equalizzazione è stata ottenuta con DRC quindi può essere
cambiata a piacimento. |