Break-up della membrana:
Riferito ad un fenomeno tipico degli altoparlanti con
diaframma a cono e a cupola dove la forza di eccitazione è concentrata in
alcuni punti (in un woofer è concentrata attorno all’apice del cono, in un
tweeter a cupola e concentrata lungo il perimetro della cupola, ecc.)
Negli altoparlanti elettrostatici la forza è distribuita su
tutta la superficie vibrante la quale si muove come un “tutto unico” e non
genera break pu.
Break-up in inglese significa “rottura” e si riferisce alla
formazione di onde stazionarie (lungo l‘apotema del diaframma conico, ma anche
i modi “a campana”) che danno origine a
irregolarità più o meno marcate nella risposta in frequenza dell’altoparlante
(per interferenza). In pratica il diaframma si muove in sezioni concentriche
non in fase tra loro. Ricordiamo che, per una lamina sottile, le frequenze dei
modi normali sono proporzionali al quadrato dello spessore. Ne segue che i cono
più spessi (più pesanti) presentano break up a frequenze più alte (e quindi più
facilmente fuori dalla banda di utilizzo).
In passato, per realizzare i diaframmi degli altoparlanti,
si impiegava la carta (o impasti di carta) e la forma conica del diaframma
deriva dalla necessità si conferirgli una rigidità assiale. Si è poi passati ai
materiali plastici (polistirolo, polipropilene) con maggiore smorzamento
interno per “smorzare” le onde stazionarie nel loro viaggio dall’apice verso il
bordo del diaframma. Questi coni suonano bene a volume non troppo elevato. Essendo poco rigidi sono soggetti alla
produzione di sub armoniche. Attualmente si utilizzano metalli e materiali
compositi (alluminio, Roacel, Magnesio, Elektron, ceramica, ecc.) che
presentano break-up molto forti ma fuori dalla banda di utilizzo (oltre 4-5kHz).
Tali diaframmi non producono sub armoniche e riproducono SPL elevati. Il
problema è il loro peso che richiede magneti più potenti per non perdere troppa
efficienza. La Seas è riuscita a controllare le risonanze dei coni in magnesio
introducendo delle venature nella sospensione esterna in gomma (rim).
La presenza dei break-up introduce irregolarità nella
risposta in frequenza, irregolarità nella dispersione e distorsione non
lineare.
Un diaframma rigido e pesante, potenzilamente, suona meglio
di un un cono flessibile in particolare per quanto riguarda la Chiarezza.
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Modello elettrico equivalente di
un woofer con in evidenza le rotture della membrana che generano una serie di
circuiti risonanti risolvibili in una linea di trasmissione che porta la
vibrazione dalla bobina verso il bordo esterno. |
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Modello meccanico. Il diaframma
è “chiuso” sulla sospensione esterna che fa da impedenza di carico a quella
specie di line di trasmissione che è il diaframma. Nei diaframmi metallici le
risonanze sono poche, ben distanziate e molto evidenti quindi bastano un
numero limitato di celle RLC per simulare il moto del diaframma. Nei
diaframmi rigidi le qualità smorzanti del bordo esterno sono determinanti
per impedire le riflessioni della
perturbazione e ridurre il fattore di merito delle risonanze. |
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Modi radiali o a campana
che si formano lungo il bordo dell’altoparlante. Anche questi dovrebbero
essere smorzato dal rim. |
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Corrispondenza tra risposta in frequenza
e break up della membrana |
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In questo altoparlante da 10” si nota un picco ben formato
sull’impedenza cui corrisponde una discontinuità nella risposta in
frequenza. Si tratta della risonanza della
sospensione esterna (rim) mentre i break-up della membrana sono evidenti
oltre 2KHz. Il picco a circa 700 Hz nel modulo dell’impedenza mostra
l’aumento di velocità causato dalla repentina diminuzione della massa
dinamica. Anche la dispersione (più ampia del normale) dipende dalle rotture
del cono (riduzione di SD ed effetto tromba del diaframma conico). |
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Break up della membrana di un tweeter (a circa 13-14 kHz)
messa in evidenza dalla Waterfall. La membrana continua a muoversi per oltre
3 millisecondi dopo la fine dello stimolo. Queste “code sonore” interferiscono con la Chiarezza
perché impediscono la percezione dei transienti successivi. |
Osservando la risposta all’impulso di altoparlanti con diaframma in metallo si
vede chiaramente il ringing correlato ai forti picchi sulla risposta
caratterizzati da fattori di merito molto alti. Quando la banda passante
dell’altoparlante viene limitata, da un filtro passa basso opportuno, questi
break-up diventano non udibili.
Infatti un conto è eccitare il cono colpendone la superficie
con un martelletto (in questo caso suona come una campana evidenziando tutti i
propri modi normali) un altro conto è eccitarlo attraverso la bobina mobile con
un segnale limitato in banda. Se lo stimolo non contiene le frequenze
corrispondenti ai break-up questi non ricevono energia e non vengono eccitati.
Diverso il discorso per i tweeter a cupola rigida che presentano picchi oltre
la banda audio. Se la sorgente è un CD Audio e la risonanza cade oltre i 22
kHz non verrà mai eccitata (se non dal
rumore). Se la sorgente presenta una banda passante più estesa non sono esclusi
effetti negativi. In realtà si dovrebbe imporre un filtro passa basso anche al
tweeter.
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L’espressione a sinistra fornisce i modi normali
per una membrana piatta di forma circolare. r = raggio t = spessore E= modulo di Young ν = rapporto di Poisson ρ =
densità. Kn=
costante per l’ennesimo modo (k1 = 10.2, k2 = 21.3, k3 = 34.9,
…). Per una membrana in diamante spessa
60 μm con 20 mm di diametro
E = 1140 GPa, ν = 0.1 e ρ = 3.51 g/cm3, il
primo modo di trova a 5.09 kHz. |
Nota spesso la scelta di materiali particolari per realizzare i diaframmi è solo un modo per differenziare i prodotti.
I diaframmi in titanio non sono di titalino ma di ceramica sulla cui superficie viene deposto per vaporizzazione del titanio. La quantità di titanio è talmente minima che difficilmente può avere un qualche effetto. Il processo di deposito del titanio tuttavia è costoso.
Un altro esempio è il Bextrene utilizzato in passato dalla
Kef. Il Bextrene è il normale polistirolo cui è stato cambiato il nome.