Cubo di Majandi
di Giorgio Maria Carugatti
Melchiorri – MIT
(direttore del Progetto MSM)
Si veda anche Active Reflex
Le informazioni utilizzate sono
state lette nel Forum di Video HiFi e possono essere inesatte. Si prega di
segnalare gli errori a mario@mariobon.com
. |
Il prototipo del diffusore in
questione è stato presentato alla manifestazione Audario tenutasi ad Assago (Milano – 14 e 15 settembre 2013).
Si tratta di un diffusore acustico
di dimensioni esterne di 38x38x48 cm. con cabinet in alluminio e montato su stand. La riproduzione delle
basse frequenze (fino a 220 Hz) è affidata a due woofer custom da 12"
FaitalPro (Xmax=7.5 mm) montati in configurazione Active Reflex. La restante
parte dello spettro è riprodotta da un altoparlante coassiale da 8". Il
“cubo” è multi amplificato. E’ dotato di filtri attivi, è presente un DSP e
tutto il sistema si avvantaggia dell'uso di un DRC Dirac Live. Tra le
caratteristiche dichiarate la possibilità di produrre elevate pressioni SPL a
partire già da 30 Hz (si dice 120 dB a 30 Hz).
Scrive
il forumer jump (http://forum.videohifi.com/discussion/332771/i-cubotti-di-majandi#Item_85): Qualche
dato tecnico in più: - il volume di carico è estremamente ridotto, (circa 17 litri); -
il valore di Q del
box è circa pari a 100; -
i woofer che si occupano
della gamma bassa sono 2, da 12", modificati nel centratore, nel
supporto bobina mobile e nel raffreddamento della bobina (in questo caso il
calore si trasferisce per conduzione e non per irraggiamento: è una cosa
perfettamente fattibile e basta pensarci un attimo per capire come è stata
fatta); il calore delle bobine mobili viene perciò facilmente smaltito dal
box, non tanto per far sopportare più potenza ai trasduttori, che ne sopportano
anche più del necessario, quanto per mantenere il più possibile costante la temperatura
dell'avvolgimento; -
l'incrocio con la via superiore
(coassiale) avviene a 220 Hz, quindi le modulazioni di ampiezza e frequenza
sono un non-problema (tra l'altro il woofer con le maggiori escursioni è
posizionato posteriormente, quindi non sussiste modulazione sul tweeter
nemmeno da parte della via inferiore, essendo le escursioni del woofer
frontale piuttosto contenute; -
il coassiale lavora in un volume
chiuso, internamente trattato con materiale smorzante e assorbente acustico
ad altissima densità (300 kg/mc); il sistema definitivo avrà l'amplificazione della gamma
bassa (e relativi circuiti di processo) integrati nel supporto, mentre il
crossover del coassiale sarà passivo. |
Scrive il forumer Jampy (GPM) (http://forum.videohifi.com/discussion/332771/i-cubotti-di-majandi/p3) “In
seconda battuta posso aggiungere che più guardo a questa configurazione
(Active Reflex n.d.r.) e più mi diverto nel notarne aspetti pratici anche
molto lontani dall'alta fedeltà. Il diffusore funziona molto bene, a detta di
tutti quelli che l'hanno ascoltato …..(omissis) ….
Lo smorzamento e l'estensione di questa configurazione possono essere
impostate in un intervallo abbastanza ampio di tipologie, fino al Be2, Bessel
del secondo ordine. Variare l'emissione da 25 a 50 Hz, da BW2 a BW4 senza
spostare nulla ci ha consentito semplicemente di scegliere il tipo di
andamento considerato più equilibrato nonostante gli ovvi limiti che la
fisica impone…. |
Gli amplificatori necessari sono
tre (se il coassiale ha un filtro passivo) o quattro se tutte le vie sono
attive. L’amplificazione della via bassa viene fornita con il diffusore.
Dalla fotografia si nota il
coassiale da 8" montato su un pannello con 4 ferritoie e, dietro di
questo, si intravede uno dei due woofer montato con il magnete verso il
coassiale. Il coassiale è chiuso in un suo volume (in alluminio). L’uso
dell’alluminio, probabilmente, si è reso necessario per ridurre lo spessore
delle pareti del cabinet.
|
La radiazione fino a 220 Hz
“esce” dalle ferritoie che si vedono attorno al coassiale. Nota: 15 mm di Alluminio corrispondono
a 54 mm di MDF. |
.
La
caratteristica più appariscente di questo sistema sono le dimensioni che
sembrano contenute (rispetto le prestazioni raggiunte) quindi va paragonato a
sistemi di volume altrettanto contenuto (34 litri) e analogo spostamento
volumetrico (circa 0.35 litri -> 469 cm2 x 7.5 mm = 3517.5). |
Note:
Ciascun woofer da 12” dispone di
17 litri circa. Con tale volume lo spostamento volumetrico massimo è di circa
0.8 (le compressioni in regime adiabatico all’interno del cabinet diventano non
lineari). Il volume non potrebbe essere più piccolo di così.
I fattori che concorrono alla
qualità del sistema sono (Active Reflex a parte):
la multi amplificazione con
cross-over attivo |
riduce drasticamente la
distorsione di intermodulazione |
l’equalizzazione con DSP |
consente di ottenere la risposta
in frequenza desiderata (probabilmente anche i ritardi temporali tra le
diverse vie vengono corretti) |
il DRC |
ottimizza l’interfaccia con
l’ambiente |
Queste tecnologie possono essere applicate
a qualsiasi sistema e, rispetto alle tradizionali soluzioni con cross-over
passivi, comportano un incremento di qualità.
Quello che continua a dipendere
dagli altoparlanti impiegati, ed in questo caso dal coassiale, è, per esempio,
-
la dispersione sul piano orizzontale e verticale
-
la diffrazione ai bordi
-
la distorsione intrinseca dei trasduttori
-
altre cose meno rilevanti
Se il sistema non produce fatica
da ascolto, l’unica critica riguardo alla qualità sonora riprodotta potrebbe riguardare
la direttività della gamma media e alta (e forse qualche cosa sulla Chiarezza causata
dalla diffrazione ai bordi non trascurabile). Per sintetizzare diciamo che
qualcuno, al di là delle preferenze estetiche, potrebbe valutare
soggettivamente il sistema come troppo direttivo. Difficilmente si potrà dire
che “non suona bene”.
Nota #2
il DRC è uno strumento molto
potente che cancella, o almeno riduce, l’effetto dei modi normali dell’ambiente
in un’area, più o meno vasta, nell’intorno del punto di ascolto. Qualsiasi
sistema di riproduzione si avvantaggia dell’uso di questo strumento. Perché non
lo usano tutti? Forse perché (a parte il costo) non è d’uso immediato (richiede
un certo numero di misure in ambiente).
La multi amplificazione è una
tecnica che abbatte la distorsione di intermodulazione e la intermodulazione
dinamica negli amplificatori, e, di conseguenza, anche negli altoparlanti. E’
ampiamente usata per i monitor professionali da studio. Il mercato HiFi non
gradisce questa soluzione (l’audiofilo
ama scegliere l’amplificatore secondo i propri gusti).
L’equalizzazione della risposta in
frequenza con DSP consente di ottenere una risposta in frequenza piatta (o
comunque con un andamento “a piacere”). Inevitabilmente prenderà piede anche in
HiFi. Quando si corregge la risposta in frequenza tramite equalizzazione si
devono distinguere le risonanza (che possono essere corrette) e le interferenze
(che non devono essere corrette).
Un sistema multi amplificato con
filtri digitali, DSP, DRC ecc. ha un costo impegnativo e può essere
implementato solo su sistemi di una certa categoria di prezzo. Non c’è dubbio
che l’uso contemporaneo di tutte queste tecnologie migliori più che
sensibilmente la qualità della riproduzione.
Teoricamente, sottolineo
teoricamente, disponendo di un amplificatore perfetto e di cross-over passivi
altrettanto perfetti, la multi amplificazione non sarebbe necessaria. Il DRC,
invece, intervenendo sui difetti dell’ambiente, è un dispositivo molto utile ma
va usato con molta attenzione.
Nota #3
vedere Active Reflex